La via occidentale e cinese alla CSR: un confronto

Il presente elaborato si propone di fornire, attraverso tre capitoli, una panoramica della CSR, descrivendo le caratteristiche che essa ha assunto in Occidente – dove ha avuto origine -, ma soprattutto evidenziando le peculiarità da essa acquisite nel mondo cinese. La declinazione della CSR ha infatti seguito percorsi distinti nei due contesti presi in esame in questo contributo e, per tale ragione, l’intento principale della tesi è quello di descrivere in prospettiva comparata i due modelli, allo scopo di metterne in evidenza analogie e differenze più sostanziali.
I primi due capitoli, strutturati secondo uno schema speculare, sono dedicati allo sviluppo del concetto di responsabilità sociale d’impresa nel mondo occidentale e nel mondo cinese: un excursus storico viene fornito per comprendere l’evoluzione del concetto e le innumerevoli valenze di cui esso si è arricchito nel corso del tempo. Una parentesi piuttosto articolata viene dedicata alla teoria dello stakeholder, che funge da valido supporto all’individuazione degli attori rispetto ai quali l’impresa deve agire in maniera socialmente responsabile. Inoltre, si fa riferimento al fenomeno della globalizzazione e a vari episodi che hanno innescato riflessioni considerevoli circa l’interdipendenza tra scelte di crescita economica, il più delle volte spietate, ed effetti sulle risorse sociali e ambientali. In particolare, nel secondo capitolo, dedicato alla CSR in Cina, vengono passati in rassegna casi che hanno alimentato la domanda di responsabilità sociale e che hanno aperto dibattiti infuocati riguardo a questioni più complesse, quali quella energetica, della sicurezza alimentare e, infine, dell’inquinamento ambientale. Infine, sia nel primo che nel secondo capitolo, si illustrano le varie iniziative promosse in materia di CSR – tra cui il Global Compact e la Global Reporting Initiative – e le modalità di gestione di quest’ultima da parte delle aziende: codici di condotta, pratiche di rendicontazione e accountability e, infine, investimenti socialmente responsabili.
Il terzo e ultimo capitolo, di natura comparativa, si propone di mettere in evidenza le analogie ma soprattutto le differenze sostanziali tra i due modelli di CSR. Ne emerge che le maggiori discrepanze sono da attribuire non solo alla diversità del sostrato culturale dei due mondi in questione, ma anche ad una diversità negli assetti economico-istituzionali entro cui le imprese operano. Mentre in Occidente prevalgono strumenti di soft law a carattere non vincolante in materia di CSR, in Cina si prediligono forme di hard law a carattere vincolante, dettate da un attore estremamente importante, che assume la duplice veste di shareholder e stakeholder: il governo/Partito Comunista cinese. Ad un’iniziativa governativa molto forte si aggiunge poi una debole partecipazione della società civile e delle organizzazioni del terzo settore, contrariamente a quanto avviene nel mondo occidentale: tutti elementi che hanno dunque contribuito a plasmare un modello di CSR “con caratteristiche cinesi”.


Federica Ingrosso, Corso di Laurea Magistrale in lingue e culture per la comunicazione e la cooperazione internazionale, Università degli studi di Milano