Rete Clima: la cultura della sostenibilità ambientale

L’intervista a Paolo Viganò, CSR manager di Rete Clima.

Rete Clima si occupa da diversi anni di contrasto ai cambiamenti climatici. Oggi c’è una maggior consapevolezza su questa tematica? C’è ancora disinformazione circa il cambiamento climatico?
Rete Clima è attiva ormai da diversi anni sia nell’accompagnare le organizzazioni in percorsi di decarbonizzazione e di aumento della propria sostenibilità, sia nella diffusione della cultura della sostenibilità. In questi anni di attività abbiamo visto che l’attenzione verso il cambiamento climatico è molto cresciuta, insieme alla richiesta di attuazione di concrete azioni per la mitigazione climatica. Serve però fare di più, i rischi climatici sono enormi anche per il nostro Paese. Serve agire contro l’inerzia ma anche contro la disinformazione ed il negazionismo climatico, oggi ancora diffusissimo: per esempio il freddo dello scorso maggio, che è comunque riconducibile al riscaldamento climatico globale, ha mosso diverse voci negazioniste antiscientifiche, che non fanno bene all’azione collettiva a contrasto dei cambiamenti climatici.

Il capitale naturale, lo dice l’espressione stessa, è un valore. Si parla infatti della necessità di valorizzare i servizi ecosistemici. A che punto è la cultura su questo argomenti?  
Su queste tematiche serve ancora lavorare: ma più che “parlare” dei servizi ecosistemici diventa importante poterli “quantificare”, per far prendere coscienza circa il loro valore e l’importanza per la vita dell’uomo sul pianeta.
C’è anche un approccio tecnico -recente ed interessante- rivolto al “pagamento dei servizi ecosistemici”, che parte dalla quantificazione dei servizi naturali anche in una chiave di loro “valore economico” affinchè chi ne fruisce possa essere volontariamente messo in condizione di pagarli: il che concretamente significa che una organizzazione potrebbe “pagare i servizi ecosistemici” sostenendo una serie di specifiche azioni volte alla conservazione dell’integrità di un ecosistema territoriale, o comunque volte al suo miglioramento.

Lo scorso autunno la tempesta Vaia ha devastato diverse aree del Nord Italia: 4 regioni italiane coinvolte, 42.500 ettari colpiti, 8.500.000 metri cubi di legno a terra. Per prestare aiuto a quell’area è nato il progetto Ancora Natura, di cosa si tratta?
Si tratta di un progetto pensato da Rete Clima in partnership con PEFC Italia, per il supporto alla riforestazione dei territori colpiti dalla Tempesta Vaia, una tempesta mediterranea di intensità anomala che ha determinato un grandissimo numero di schianti di alberi. Un altro esempio di come il cambiamento climatico incide sugli eventi meteorologici “estremizzandoli”, e di come si può e deve intervenire per la conservazione degli ecosistemi. Maggiori informazioni qui: www.ancoranatura.it