Le voci del Comitato scientifico: intervista a Elita Schillaci

Intervista a Elita Schillaci, Professore ordinario di Imprenditorialità e Business Planning  presso l’Università di Catania, membro del Comitato scientifico del Salone della CSR.

Questa edizione del Salone della CSR ha come titolo “Connessioni sostenibili”. Il tema della collaborazione tra i diversi attori sociali viene sottolineato anche dall’obiettivo 17 dell’Agenda 2030 dell’ONU. Qual è il suo pensiero su questo argomento?

Il tema delle connessioni è centrale, insieme al tema delle relazioni e della capacità attraverso queste relazioni di creare strategie win win, che consentono agli attori sociali di valorizzare i loro network e le loro iniziative.
Tuttavia per quanto siano centrali, non è sempre facile alimentare le connessioni e manutenerle. Occorrono modelli organizzativi specifici – la capacità di alimentare il network non cade dall’alto, ma deve essere ricercata, organizzata, misurata – e una metrica diversa per valutare le performance e l’output delle connessioni.

L’innovazione, non solo tecnologica, è sempre più importante: dal suo osservatorio come direttore del ILHM – Innovation Leadership Health Management Advanced Centre – quali sono i segnali più interessanti?

Il tema dell’innovazione è tornato a essere centrale in seguito alla pandemia. L’innovazione, infatti, è il cuore del differenziale competitivo delle aziende, dei territori, dei network. Per innovazione non si intende solo quella tecnologica ma anche quella comportamentale, organizzativa, finanziaria, distributiva, perché l’innovazione investe diversi processi che riguardano l’azienda in tutti i settori in cui opera.
In Italia, un Paese che per decenni aveva dimenticato cosa significasse innovare, oggi è fondamentale creare condizioni organizzative e capacità procedurali tali da consentire alle aziende di introdurre al loro interno percorsi innovativi. Questa è la vera sfida, perché il cambiamento è molto complesso, la comfort zone è il comportamento prevalente e le resistenze al cambiamento che rileviamo sono molto intense.
Bisogna quindi essere consapevoli, maneggiare il tema innovazione considerandolo finalmente centrale.
Come ILHM, vediamo una spinta enorme nel settore Healthcare. Ad esempio, abbiamo lanciato un impact cycle webinar, intitolato Il futuro della medicina, attivando un confronto con tutti i medici interessati, su temi importanti come intelligenza artificiale, gemello digitale, rapporto tra uomo e tecnologia, device, cyber security.

Per concludere una domanda sulla Sicily Philanthropy Venture Foundation che aiuta le start up del territorio a sviluppare i loro talenti: quali attività avete in programma?

Quando abbiamo lanciato l’iniziativa eravamo già convinti che la strada della responsabilità sociale e dell’innovazione sociale fosse un percorso legato non solo alla business ethics delle aziende ma soprattutto alla funzionalità, all’efficienza e all’efficacia dei loro comportamenti operativi.
La SPVF ha un core business fondamentale che è quello di ricordare alle aziende che CSR e innovazione sociale sono il cuore del cambiamento. L’attenzione sta crescendo e lo vediamo grazie ai nuovi talenti, all’aumentato interesse verso i temi dell’inclusione, del genere, della sostenibilità in generale. Le iniziative sono dirette a creare sensibilizzazione per contribuire al cambiamento culturale delle aziende e, in particolare al sud, c’è molto da fare.