Le voci dei protagonisti: intervista a Opyn

Intervista a Greta Antonini, Marketing Manager di Opyn.

Nel 2021 si è assistito ad un forte incremento di flussi, oltre 500 miliardi di dollari, confluiti in fondi che tengono conto dei fattori ESG. In che modo Opyn integra i criteri Environmental, Social e Governance nelle proprie attività?

In quanto realtà digitale e giovane, abbiamo un carattere nativamente green. Ma siamo attenti alla sostenibilità anche delle aziende che finanziamo: per questo abbiamo scelto di escludere alcuni settori merceologici controversi e stiamo continuando a lavorare per poter premiare le aziende maggiormente sostenibili. È un progetto che durerà a lungo perché, ad oggi, valutare le PMI su questi temi è molto complesso ma siamo sicuri che con il tempo riusciremo a trovare le modalità più giuste.

Quale può essere il ruolo del fintech nella promozione dell’imprenditoria femminile e più in generale per una maggiore inclusione sociale?

Per noi alla base di tutto c’è la tecnologia: siamo promotori dell’inclusione finanziaria grazie al nostro software proprietario che, attraverso machine learning e intelligenza artificiale, svolge analisi che prima non erano pensabili, come quella della web reputation e quella dei conti correnti. Le migliaia di dati raccolti ci permettono di prendere decisioni più accurate e valutare altri parametri oltre lo stato patrimoniale, rendendo possibile l’accesso al credito ad aziende che prima non avevano nessuna chance. Gli imprenditori e le imprenditrici non devono già avere un rapporto precedente con noi. I richiedenti sono tutti uguali e possono accedere a un prestito semplicemente compilando una application online. Questo ovviamente ha dei risvolti positivi per l’imprenditoria femminile, da sempre vittima di pregiudizi. Quello del gender gap è un tema a noi molto caro e cerchiamo di colmarlo in primo luogo internamente. Secondo il Tech Monitor, meno del 30% dei dipendenti delle fintech nel mondo sono donne. Opyn, invece, è un esempio virtuoso di balance interno, con il 41% delle risorse costituite da donne.

Una delle principali difficoltà relative alla misurazione della sostenibilità è la mancanza di strumenti uniformi. Quali indicatori adotta Opyn per valutare l’impatto ambientale, sociale ed economico delle attività d’impresa dei propri clienti?

Banca d’Italia nel suo documento Aspettative di vigilanza sui rischi climatici e ambientali evidenzia l’importanza di costruire un sistema di misurazione univoco per comunicare al meglio le modalità con cui vengono integrate le varie metriche utilizzate per valutare i rischi climatici e gli obiettivi di sostenibilità.
Ad oggi il tema della comparabilità delle informazioni connesse alle politiche di sostenibilità è purtroppo ancora poco chiaro. Il Regolamento (EU) 2020/852 sulla Tassonomia ha istituito un sistema comune di classificazione delle attività economiche ecosostenibili a livello UE ma è in continuo aggiornamento. Pertanto, anche noi continueremo a lavorare in modo da avere degli indicatori di valutazione sempre più adeguati.