La voce dei protagonisti – Intervista a Gruppo CAP

Abbiamo intervistato Matteo Colle, Direttore relazioni esterne e CSR Gruppo CAP 

 

I pilastri che guidano la strategia di sostenibilità del Gruppo CAP sono sensibilità, resilienza e innovazione. In cosa si concretizzano?

Sensibili, resilienti e innovatori sono i tre pilastri che ci ispirano e guidano nel nostro operato e nelle nostre strategie. Vuol dire essere sensibili ai bisogni dei nostri stakeholder, dagli utenti ai fornitori, dai lavoratori alle istituzioni, passando per le comunità locali e i media: per noi, in qualità di azienda pubblica, è fondamentale coltivare e intrattenere un dialogo aperto e costante con ognuno di essi. Vogliamo essere resilienti, per adattarci e adattare, di conseguenza, l’ambiente che ci circonda a rispondere in maniera adeguata e ottimale alle sfide del presente, da quella climatica a quella economica, passando per i temi dell’inclusione sociale e del rispetto per le diversità. Ci impegniamo affinché tutti i nostri sforzi vengano realizzati secondo un sentire comune, quello della tutela del territorio in cui operiamo e del benessere delle comunità che serviamo, ogni giorno. E infine l’innovazione, il vero fattore abilitante dei principali obiettivi che ci poniamo come azienda. Innovare per noi vuol dire anticipare il futuro, realizzando quegli interventi che riguardano, per esempio, le nostre reti e i nostri impianti, grazie a cui garantiamo quotidianamente a quasi 2,5 milioni di cittadini acqua buona, sicura e di qualità.

Il dialogo con gli stakeholder è da sempre considerato prioritario per Gruppo CAP. Quali sono le iniziative a riguardo?

L’attività di stakeholder engagement costituisce parte integrante del nostro modello di sviluppo. Non c’è sviluppo sostenibile, infatti, senza un coinvolgimento attivo dei portatori d’interesse che, a vario titolo, interagiscono con l’organizzazione. Nel nostro caso, l’ascolto attivo e proattivo degli attori del territorio assume un significato ancora più profondo, se pensiamo al ruolo vitale che ricopre una risorsa essenziale come l’acqua. Ecco perché in CAP il nostro impegno verso gli stakeholder assume diverse forme e modalità d’interazione e ingaggio: dalle iniziative di educazione ambientale nelle scuole ai rapporti con le istituzioni locali e governative, dal contributo per la realizzazione di studi e ricerche scientifiche al sostegno di eventi culturali e sociali sul territorio. Ne è un esempio WASQ, il festival culturale organizzato da Fondazione CAP in collaborazione con Teatro Menotti, Legambiente Lombardia, Arca Milano e Super, il Festival delle Periferie: una rassegna di eventi, incontri, laboratori, spettacoli e concerti che hanno coinvolto in prima persona gli abitanti del sud ovest milanese e non solo. Penso per esempio anche alla Sustainability Winter School, il programma formativo di aggiornamento che abbiamo messo a disposizione di 35 giovani amministratori pubblici under 40, per fornire loro gli strumenti teorici e pratici per gestire in modo efficiente la transizione green, migliorare la sostenibilità delle città e dei comuni lombardi e sensibilizzarli rispetto ai temi della tutela delle risorse naturali e la valorizzazione degli asset territoriali.

Il progetto BioPiattaforma nato nel 2022 è un esempio di ambientalismo migliorativo: quali sono i risultati ottenuti ad oggi?

Il progetto BioPiattaforma nasce da un’idea concreta e ambiziosa allo stesso tempo: realizzare, per la prima volta in Italia, un progetto di simbiosi industriale fra un depuratore e un termovalorizzatore, per dar vita a un hub dell’economia circolare al servizio del territorio. Un impianto all’avanguardia, in grado di unire al trattamento della Forsu (i rifiuti organici) per produrre biogas e biometano, la termovalorizzazione dei fanghi derivanti dalla depurazione delle acque di scarico, al fine di ottenere fertilizzanti, calore ed energia. A oggi il bilancio dall’avvio della linea FORSU – la linea fanghi è in fase di realizzazione con avvio previsto a inizio 2026 – è più che positivo: fino a febbraio 2024 sono state trattate un totale di circa 11.000 tonnellate di FORSU con l’immissione nella rete locale Unareti di oltre 400mila metri cubi di biometano. L’obiettivo è quello di trasformare in bioenergia le oltre 30mila tonnellate di rifiuti conferiti all’anno, per produrre fino a 2,7 milioni di metri cubi di biometano, sufficienti a soddisfare la domanda di energia di 1.700 famiglie.