Finanza e creazione di valore

Dal contributo di Roberto Randazzo, membro del Comitato scientifico del Salone della CSR, per il libro Le rotte della sostenibilità (editore EGEA) disponibile a partire dal 2 ottobre 2018.

(…) Di cosa si parla, quando ci si riferisce agli investimenti ad impatto sociale? Al riguardo è interessante riprendere le parole contenute nel report “La finanza che include: gli investimenti ad impatto sociale per una nuova economia” ove viene specificato come gli investimenti ad impatto debbano essere concepiti attorno ad obiettivi di impatto sociale, costruiti su modelli di misurazione e resi “sostenibili attraverso un legame tra obiettivi di impatto raggiunti e remunerazione del capitale investito”. Le parole chiave ci sono già tutte: sostenibilità, remunerazione degli investimenti, impatto sociale, cui occorre aggiungere anche la “intenzionalità” (di generare, per l’appunto, un impatto sociale) da parte degli investitori.

L’obiettivo, quindi, è quello di catalizzare nuove risorse finanziarie verso quei soggetti in grado di coniugare innovazione e sostenibilità, guardando non tanto alla forma giuridica quanto piuttosto al “valore” che sono in grado di produrre attraverso i propri modelli di (social) business.

Osservando il mercato degli investimenti ad impatto sociale in Italia si può senz’altro registrare un cresciuto interesse ed un ecosistema che, finalmente, inizia a consolidarsi e crescere. Alcune di queste recenti iniziative, quelle legate all’investimento nel capitale, sembrano essere incentivate anche grazie all’approvazione in ambito europeo di normative dedicate, quali ad esempio i regolamenti sui fondi Esuef ed Euveca, che stanno facilitando la raccolta e l’investimento di risorse nei confronti di soggetti imprenditoriali di diversa natura.

L’altro elemento da considerare è sicuramente di carattere culturale, in quanto la naturale asimmetria esistente tra il mondo della finanza e quello del sociale, è sempre più sfumata anche grazie alla ormai acquisita consapevolezza che il Terzo settore e l’imprenditoria sociale rappresentano un ambito ben distinto, con cui possono esserci dei punti di contatto ma che non permettono di esaurire la complessità del ragionamento. Accanto a questo principio, occorre considerare anche il nuovo interesse verso il mercato dei servizi sociali e delle attività che generano un beneficio collettivo, da parte di operatori che, pur adottando una veste giuridica for profit, costruiscono modelli imprenditoriali ibridi che mescolano scopi sociali e perseguimento di un profitto calmierato, curando il coinvolgimento degli stakeholder e la misurazione dell’impatto sociale generato.

Ed infatti, anche da una analisi empirica del mercato, emerge ormai molto chiaramente come non sia più la natura giuridica dei target ad essere qualificante, quanto piuttosto la loro capacità di generare un ritorno di natura economica per gli investitori ed un impatto sociale positivo e misurabile per la collettività.

Non v’è dubbio che un ruolo di grande rilievo possa essere svolto dalle nuove forme di impresa ibrida che vanno consolidando il loro ruolo, sviluppando modelli di business sociale in grado di presidiare settori strategici, fino ad oggi ad appannaggio del pubblico o del privato sociale.

Un approccio che guarda quindi alle “finalità” dell’ente e non più all’ “attività”, all’interno di un mondo che vede ormai gli attori della finanza sociale come degli interlocutori fondamentali per lo sviluppo di progettualità innovative, che siano sostenibili ed inclusive.

Questo ruolo innovativo della finanza, a livello globale, può essere determinante anche per la creazione di nuovi modelli di sviluppo nei paesi emergenti finalizzati – anche grazie al supporto che sono in grado di fornire le nuove infrastrutture tecnologiche – alla elaborazione di meccanismi di investimento basati sulla generazione di risultati positivi e misurabili all’interno del solco tracciato dai Sustainable Development Goals.

(…) Anche la recente attuazione della direttiva sul “non financial reporting” dimostra infatti come occorra andare verso la codificazione di strumenti che siano in grado di rappresentare le varie sfaccettature di questo ecosistema da sempre alla ricerca di metriche ed indici condivisi.