Il Processo al non profit è un gioco retorico che si propone di ascoltare e comprendere i pro e i contro: argomenti, opinioni e comportamenti opposti con l’obiettivo di imparare dallo scambio di idee. In questi ultimi anni il non profit è finito più volte sul banco degli imputati, oggetto di un’inedita offensiva giudiziaria, mediatica, sociale e politica. Il non profit è colpevole o innocente? Lo deciderà il pubblico durante tre udienze: dopo questa prima a Milano, seguiranno sempre nel mese di ottobre altre udienze a L’Aquila e a Roma.
Gli imputati del processo saranno il non profit stesso, le istituzioni, le imprese e i cittadini. Saranno presenti un co-presidente del Tribunale; due contendenti (“parti”) a favore/contro e viceversa per ciascuno dei quattro imputati; una giuria composta dal pubblico presente. Otto contendenti che devono sostenere prima l’innocenza e poi la colpevolezza del non profit in due round di 10 minuti ciascuno. Ogni round assume la forma del dibattito, con continui botta e riposta. Al termine del round, i contendenti cambiano posizione: chi sosteneva l’innocenza del non profit sosterrà la sua colpevolezza. Dopo ogni coppia di round, la giuria giudicherà l’innocenza o la colpevolezza del non profit attraverso un applausometro.
Il Processo al non profit – organizzato da FeRPI, Federazione Relazioni Pubbliche italiana, e dall’associazione Per La Retorica – vuole contribuire a salvaguardare un settore rilevante in un Paese che ha già subito una riduzione del capitale sociale e attraversa una generale crisi di fiducia.