Disabilità: conoscere per agire bene

di Elio Borgonovi

Da qualche tempo si parla molto di politiche per l’inclusione nel mondo del lavoro di persone con disabilità e si sono moltiplicate anche iniziative di formazione per la figura del Disability Manager. Su questo tema la Fondazione Allianz UMANA MENTE ha promosso una ricerca tramite la rete dei Delegati dei Rettori per la disabilità e i DSA delle tredici università lombarde (CALD).

La ricerca che si è svolta nei mesi di giugno e luglio 2018 ha raccolto 245 risposte ad un questionario somministrato online da cui sono emersi interessanti risultati. Positivo è il fatto che ben 167 aziende hanno inserito persone con disabilità (circa il 71%) nella propria organizzazione, la maggior parte delle quali con disabilità motorie, ben 110. Anche se la maggior parte lo ha fatto per adempiere agli obblighi di legge (55% circa), ben 81 (circa un terzo) hanno attuato questi interventi nell’ambito di una politica di responsabilità sociale.

Interessante è il fatto che in 55 aziende (28% circa) le politiche sono definite dal Consiglio d’Amministrazione o dall’Amministratore delegato, segno di un diretto coinvolgimento dei vertici aziendali. La quasi totalità dei rispondenti non è interessata ad istituire una figura specifica del Disability Manager in quanto l’organizzazione è troppo piccola (47%) o perché questa funzione può essere svolta da altre figure (45%). Segnale che va letto positivamente poiché l’inclusione di persone con disabilità è efficace se diventa cultura diffusa tra tutti i dipendenti e i responsabili di unità organizzative. Concetto questo sottolineato da un quinto dei rispondenti che si dichiara disponibile a organizzare una o due giornate di formazione interna piuttosto che far partecipare una o due persone ad iniziative esterne.
L’aspetto di cultura della responsabilità e innovazione sociale che guida il Salone può essere quindi il motore per rendere sempre più efficaci le politiche di inserimento lavorativo delle persone con disabilità.