CVA

Il Gruppo CVA, con sede in Valle d’Aosta e impianti in tutta Italia, nasce nel 2001. È l’unico operatore italiano integrato su tutta la filiera dell’energia pure green. L’attuale parco impianti consta di 934 MW di potenza derivante da impianti idroelettrici, 54 MW da impianti fotovoltaici e 157 MW da impianti eolici. Protagonista della transizione energetica, il Gruppo prevede un piano di investimenti al 2027 che porterà ad un incremento di 804 MW di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici, per una produzione aggiuntiva di 1.440 GWh di energia rinnovabile.


Energie per il futuro: l’innovazione secondo CVA

La transizione energetica è al centro della strategia di CVA. La produzione di energia unicamente rinnovabile, storicamente legata in prevalenza agli impianti idroelettrici, prevede un incremento sostanziale con nuovi impianti eolici, FV ed agrivoltaici. Al 2027, la CO2 complessivamente evitata dall’energia verde di CVA sarà di circa 2 milioni di tonnellate equivalenti. L’investimento sul futuro vede poi l’impiego di tecnologie innovative nella produzione di idrogeno verde e nella sperimentazione di nuovi sistemi di accumulo. Il progetto H2WAY2ZERO, nell’ambito del PNRR, prevede la riqualificazione di un’area industriale dismessa, con la realizzazione di un impianto di elettrolisi da 1 MW per la produzione di idrogeno rinnovabile, alimentato dall’energia di impianti fotovoltaici ed eolici asserviti. L’idrogeno prodotto sarà destinato ad una flotta di circa 12 bus per il trasporto pubblico locale. I sistemi di accumulo sono strategici per la produzione di energia rinnovabile, per sua natura intermittente. Due sono i progetti sulle batterie a celle di flusso e sull’uso delle batterie second life. Nel 2022 è stato condotto uno studio sull’associazione di una batteria a cella di flusso a un impianto idroelettrico, un impianto eolico e uno FV valutandone la fattibilità tecnico-economica. Le batterie a cella di flusso consentono stoccaggi di più lunga durata e il disaccoppiamento energia – potenza, non presentano i problemi di invecchiamento di cui soffrono le batterie al litio e non sono soggette a rischio incendio. La ricerca sulle batterie second life prevede invece di collegare un sistema di accumulo elettrochimico di 1 MWh ad una centrale idroelettrica fluente di CVA, per lo studio del comportamento di impianti a fonte rinnovabile non programmabile. Il sistema sarà composto da 500 kWh di batterie nuove e 500 kWh di batterie second life, di derivazione automobilistica, con capacità residua ridotta del 20%. Tradizione con la produzione idroelettrica; fotovoltaico, agrivoltaico ed eolico per incrementare il contributo alla transizione; idrogeno verde e sistemi di accumulo sperimentali per l’innovazione, riciclo con il riuso delle batterie: così CVA (r)innova l’energia per un futuro più sostenibile.

 

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