Premio Impatto: intervista a Alessandra La Palombara

Premio Impatto: intervista a Alessandra La Palombara

In occasione della 10° edizione il Salone ha lanciato il Premio Impatto per portare l’attenzione sull’importanza di misurare e valutare l’impatto generato da progetti che intendono contribuire al percorso verso lo sviluppo sostenibile.  Abbiamo intervistato Alessandra La Palombara, Responsabile Fundraising e Comunicazione di AIL Bologna, una delle 6 organizzazioni vincitrici.

Il tuo progetto ha vinto la prima edizione del Premio Impatto. Ce ne puoi parlare?

AIL Bologna è la sezione bolognese dell’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma. La Visione della nostra Associazione è contribuire a dar vita a un mondo in cui i Tumori del Sangue siano sempre più guaribili.

Guidata dal Dottor Gaetano Bergami (nostro Presidente) e da tutto il CdA, AIL Bologna è un’Organizzazione di Volontariato la cui anima è costituita dagli oltre 530 Volontari che, a Bologna e nella provincia, si impegnano ogni giorno in azioni che permettono di realizzare gli obiettivi strategici di Ricerca, di Assistenza e di Sensibilizzazione dell’Associazione.

Il progetto che siamo stati felici di candidare al Premio Impatto è il Servizio di Assistenza Domiciliare Ematologica di AIL Bologna, uno dei cinque Progetti di Assistenza della nostra Associazione che abbiamo analizzato attraverso lo Studio di Valutazione d’Impatto Sociale (VIS) svolto insieme a Human Foundation fra il 2019 e il 2021.

Il Servizio di Assistenza Domiciliare Ematologica di AIL Bologna è stato creato nel 1997 e da allora porta gratuitamente Assistenza medica di eccellenza, cura, coraggio e conforto a casa dei Pazienti onco-ematologici che risiedono a Bologna e nella provincia.

È un servizio sussidiario all’eccellente lavoro dell’Istituto di Ematologia dell’Istituto “L. e A. Seràgnoli” del Policlinico di Sant’Orsola e assicura le cure anche quando gli spazi ospedalieri sono congestionati (durante la Pandemia la gestione degli spazi ospedalieri ha reso il Servizio particolarmente utile), quando sarebbe impossibile seguire tutti i Pazienti in Day Hospital o nei Reparti ospedalieri.

Il Progetto raggiunge a domicilio i Pazienti con problemi acuti comparsi durante la malattia, i Pazienti molto anziani, i non deambulanti, coloro che hanno difficoltà a raggiungere la struttura ospedaliera e che vengono dimessi precocemente dall’Ospedale e l’aiuto che offre è principalmente medico, ma non solo.
Il Servizio preserva da alcuni rischi che l’ambiente ospedaliero spesso comporta come ad esempio il rischio di infezioni per i Pazienti immuno-compromessi e alleggerisce dagli spostamenti. Il supporto che il Servizio offre anche a livello psicologico è prezioso perché rassicura i le Persone che affrontano la malattia, facendole sentire meno sole nell’affrontare il cammino di cura.

Le organizzazioni decidono di intraprendere un percorso di misurazione dell’impatto per poter rendicontare il proprio impegno. In che modo è stato utile anche per migliorare i progetti e la gestione della tua organizzazione? 

La sede di AIL Bologna è all’interno di Ematologia e altre sedi dei nostri uffici sono a Casa AIL (la Casa di Accoglienza che ospita i Pazienti provenienti da altre regioni e i loro accompagnatori) e nella Casa dei Volontari. Sul campo, a contatto ogni giorno con i Pazienti, i loro Familiari e Caregiver, i Medici e i Ricercatori, i Volontari e i Sostenitori, abbiamo la sensazione che i progetti di AIL Bologna siano efficaci, percezione che negli anni ha trovato conferma nei dati quantitativi raccolti nei nostri Bilanci di Esercizio e di Missione.

Grazie allo Studio di Valutazione d’Impatto Sociale abbiamo compiuto un passo in più nel processo di analisi e rendicontazione del nostro lavoro: abbiamo iniziato ad ascoltare la voce dei beneficiari dei nostri Servizi in modo approfondito e sistematico, strutturando questionari con la guida di Human Foundation e insieme allo Staff di Medici e Infermieri dell’Assistenza, distribuendoli e raccogliendo il parere dei Pazienti e dei loro Familiari e Caregiver.

Ci si è aperto un mondo di dati, di valutazioni, di suggerimenti e – a volte – anche di sorprese poiché quelle che credevamo fossero le caratteristiche del progetto più utili ai Pazienti sono state valutate importanti e magari non prioritarie, mentre altre peculiarità sono state stimate come fondamentali.

Un vero tesoro in quest’analisi sono i suggerimenti degli Stakeholder relativi alle aree di miglioramento dei Progetti: ascoltare le loro risposte e conoscere il loro sguardo ci permette di mettere a fuoco e di realizzare alcuni cambiamenti strategici e di offrire Servizi ancora più efficaci e, soprattutto, rispondenti alle esigenze dei Pazienti e dei loro Familiari.

La misurazione d’Impatto che abbiamo realizzato si basa sulla Teoria del Cambiamento (ToC) e adotta il framework metodologico del Social Return on Investment (SROI): ciò che abbiamo tratto dal nostro Studio è dunque anche un indice che valorizza il nostro impegno poiché determina che per 1 Euro investito nella realizzazione dei Servizi di Assistenza, AIL Bologna genera in media 3,27 Euro in termini di Valore Sociale. Oltre a questo importante dato, tutto il percorso di analisi affrontato per definirlo e tutte le informazioni raccolte in questo nuovo percorso di accountability e di reporting della nostra AIL Bologna ci ha permesso di conoscere meglio noi stessi e di ottenere indicazioni concrete che ci permettono ancora meglio di dialogare con i nostri Portatori di Interesse interni ed esterni. Tale approccio è stato approfondito anche dallo Studio di Stakeholder Engagement che abbiamo svolto nel 2020 e 2021 con Crowe Bompani S.p.A. e che è riportato nelle ultime edizioni del Bilancio Sociale di AIL Bologna.

Grazie a questi importanti percorsi, ai nostri Donatori possiamo dire in modo ancora più definito qual è l’Impatto generato dalla loro offerta che sia di tempo e di energia (quale quella dei Volontari), che sia di contributi (quale quella delle Persone che magari prendono solo un Uovo di Pasqua AIL; delle Aziende che abbracciano le nostre Campagne quali “Adotta un Ricercatore”; delle Fondazioni, essenziali per lo sviluppo dei progetti strategici).

Il Professor Sante Tura, fra i padri dell’Ematologia in Italia e fondatore di AIL Bologna, ci diceva spesso una frase che anche oggi alimenta la nostra fiducia nel futuro: “La marcia verso la guarigione di tutte le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma è inarrestabile per questo occorre coinvolgere con entusiasmo i nostri Sostenitori verso tale obiettivo”.

Oggi, grazie allo Studio di VIS e grazie ai dati concreti e illuminanti che quest’analisi ci ha fornito, possiamo affermare di essere l’anello fra chi desidera creare un cambiamento positivo in ambito onco-ematologico e la garanzia di un Impatto Sociale concreto, misurabile e positivo in questa sfera; possiamo dire con una sicurezza ancora maggiore di essere un vero anello nel cammino verso la guarigione.

Lo Studio di VIS di AIL Bologna ha ricevuto il Premio Impatto 2022, in occasione dell’ultimo Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale: per tutta la nostra Associazione questo riconoscimento è una grande gioia e un vero onore: grazie!

Premio Impatto: intervista a Nadia Boschi

Premio Impatto: intervista a Nadia Boschi

In occasione della 10° edizione il Salone ha lanciato il Premio Impatto per portare l’attenzione sull’importanza di misurare e valutare l’impatto generato da progetti che intendono contribuire al percorso verso lo sviluppo sostenibile.  Abbiamo intervistato Nadia Boschi, Head of Sustainability Italy and Continental Europe Lendlease, una delle 6 organizzazioni vincitrici.

Il tuo progetto ha vinto la prima edizione del Premio Impatto. Ce ne puoi parlare?

Ricevere questo premio ci riempie il cuore soprattutto perché Programma 2121 (www.programma2121.org) è un progetto che coinvolge la comunità. Lendlease costruisce città e crediamo che il nostro lavoro non sia solo costruire edifici e infrastrutture ma anche creare comunità. Adiacente al nostro sviluppo MIND (Milano Innovation District), è presente il Carcere di Bollate. Questa è stata per noi un’occasione per forgiare una shared value partnership pubblico privata con il Ministero della Giustizia (DAP, PRAP Lombardia e Tribunale di Sorveglianza di Milano) sottoscritta anche da Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, ANPAL, Arexpo, Fondazione Triulza, PlusValue, Fondazione Fits!, Milano Santa Giulia e Afol Metropolitana. Questa partnership valorizza l’inclusione sociale dei detenuti presenti nel sistema carcerario lombardo attraverso la promozione di tirocini retribuiti in ambienti “non protetti”. Per shared value partnership si intende che i soggetti sottoscrittori condividono le proprie risorse per la realizzazione del progetto, non è filantropia. Il progetto coinvolge e mira a trasformare la filiera del settore delle costruzioni attraverso l’inserimento di una clausola sociale nelle gare di appalto. In questo modo le imprese partecipanti la realizzazione di sviluppi quali MIND e Milano Santa Giulia sono coinvolte nel progetto mediante la creazione di posizioni di tirocinio e/o lavoro.

Le organizzazioni decidono di intraprendere un percorso di misurazione dell’impatto per poter rendicontare il proprio impegno. In che modo è stato utile anche per migliorare i progetti e la gestione della tua organizzazione? 

Misurare il valore sociale può portare alla progettazione e alla realizzazione di migliori programmi di impatto sociale oltre a dimostrare l’impatto che un approccio sostenibile alla realizzazione di comunità può avere per un ampio spettro di stakeholder. La valutazione del primo triennio di Programma 2121 si inseriva in una attività di valutazione di 18 partnership che il valutatore di parte terza ha documentato in modo sintetico attraverso una iniziativa di Global Social Value Capture (GSVC). Programma 2121, concorre all’obiettivo globale di Lendlease di creare 250 milioni di dollari australiani in valore sociale oltre agli obblighi di progetto entro il 2025. Gli obiettivi della valutazione dei primi tre anni di implementazione sono stati il calcolo del valore sociale e la stima del ritorno sociale dell’investimento. L’analisi ha evidenziato che il valore sociale totale stimato nello scenario base è pari a $ 2.39M australiani e che gli effetti positivi non ricadono solo sui diretti partecipanti (detenuti e aziende) ma anche, di riflesso, su altri attori. Sarà quindi utile in futuro una valutazione che consideri anche gli impatti sulle categorie principali di stakeholder quali famiglie dei partecipanti, governo e settore industriale che restituisca un quadro dell’impatto

 

Meet the CSR Leaders

Meet the CSR Leaders

Meet the CSR Leaders è l’iniziativa, organizzata dal Salone della CSR in partnership con Amapola, dedicata ai giovani e alle giovani che desiderano affacciarsi alla professione della sostenibilità. Nel corso dei 3 giorni dell’evento abbiamo chiesto ai CSR manager che hanno aderito al progetto di raccontarci il loro percorso formativo e professionale e quali sono le competenze più importanti da sviluppare per lavorare in questo ambito.

 

Meet The CSR Leader Erica Taverna, Sustainability and CSR Specialist Intercos

Meet The CSR Leader Emilio Conti, Environmental and Sustainability Senior Consultant Amapola

Meet The CSR Leader Cristiana Rogate, Fondatrice e Presidente Refe Strategie di sviluppo sostenibile

Meet The CSR Leader Riccardo Fava, Corporate Vice President Communication & Investor Relations DiaSorin

Meet the CSR Leader Paola Bertocchi, Responsabile Sostenibilità Camst Group 

 

Meet the CSR Leader Maurizio Giuli, Executive for Corporate Strategy Simonelli Group

Meet the CSR Leader Matteo Colle, Direttore Relazioni Esterne e CSR Gruppo CAP

 

Meet the CSR Leader Lorenzo Brufani, CEO Competence Communication

Meet the CSR Leader Claudio Bertona, Founder & CEO Brand for The City

Meet the CSR Leader Barbara Terenghi, Chief Sustainability officer & CEO’s Office Director Edison

Meet the CSR Leader Antonella Zaghini, Responsabile comunicazione istituzionale e Peace Manager Guna

 

Premio Impatto: intervista a Gaetano Giunta

Premio Impatto: intervista a Gaetano Giunta

In occasione della 10° edizione il Salone ha lanciato il Premio Impatto per portare l’attenzione sull’importanza di misurare e valutare l’impatto generato da progetti che intendono contribuire al percorso verso lo sviluppo sostenibile.  Abbiamo intervistato Gaetano Giunta, Fondatore della Fondazione di Comunità di Messina, una delle 6 organizzazioni vincitrici.

Il tuo progetto ha vinto la prima edizione del Premio Impatto. Ce ne puoi parlare?

Messina è una città di 237.357 abitanti, caratterizzata da estrema sperequazione nella distribuzione della ricchezza e da una forte iniquità spaziale. Nel centro cittadino la ricchezza media pro-capite è 4 volte quella della periferia nord e 6 volte quella delle periferie sud, caratterizzate altresì da forte degrado urbano, sociale, culturale e da strutturale disagio abitativo. Messina è, infatti, tra le città dell’Unione europea con la più alta emergenza abitativa (circa 2.000 famiglie vivono nelle baracche e hanno una vita media da 4 a 7 volte inferiore a quella della città). La ‘questione casa’, rimasta irrisolta dal terremoto del 1908, oltre a condizionare le politiche di edilizia pubblica e lo sviluppo urbanistico della città, ha inciso sulla coesione e sulla qualità del capitale sociale dando vita a enclave di degrado, a vere e proprie città parallele.

Il progetto Capacity, coerentemente con la visione sopra tratteggiata, mira a promuovere innovazione sociale nel territorio Messinese, attraverso un intervento che nasce da uno sguardo nuovo capace di cambiare verso e direzione al quasi centenario processo, mai compiuto, di risanamento urbano della città.

La proposta attua una strategia integrata costruita dentro paradigmi di sviluppo umano esplicitamente ispirati al capability approach e a teorie della complessità. Essa è costruita secondo strategie capaci di strutturare correlazioni fra sistemi educativi, sistemi di welfare, sistemi economico-produttivi, sistemi culturali, ricerca scientifica e tecnologica e le social capabilities dei territori.

Il progetto intende promuovere in modo interdipendente:

  • la creazione di sistemi urbani e socio economici di qualità e capaci di generare alternative sui funzionamenti umani legati all’abitare, al reddito/lavoro,  alla socialità e alla conoscenza;
  • progetti personalizzati e comunitari orientati a facilitare la possibilità che persone in situazione di forte deprivazione materiale e culturale possano cogliere e valorizzare le nuove opportunità per ripensare e ricostruire la propria vita e quella delle proprie famiglie, trasformando così le alternative esterne in libertà personali e quindi trasformando la propria sfera dell’immaginario, della costruzione dei desideri, delle aspettative e della percezione della città e dei contesti.

Grazie alle policy complesse del programma oltre 650 persone sono andate a vivere in una casa dignitosa e scelta e poco meno di metà di esse in una casa di proprietà. Si è operata così la più strutturale operazione di redistribuzione della ricchezza dal dopoguerra ad oggi. Moltissimi sono usciti da forme di lavoro irregolare e/o in nero e numerosi sono i nuovi inserimenti lavorativi.

Le politiche messe in campo da Capacity hanno, in definitiva, avviato processi di liberazione importanti, forse irreversibili. Il progetto Capacity è riuscito ad essere una “fluttuazione generativa” capace di far divergere il corso della storia, del pensiero e, conseguentemente, delle comunità locali dentro cui opera. Il progetto Capacity sta riuscendo a modificare, in tempi relativamente brevi, visioni, quadri teorici e perfino trend economico-sociali.

Le aree liberate dalle baraccopoli stanno diventando dei commons: parchi urbani; spazi per l’arte contemporanea; siti test internazionali sull’architettura e l’ingegneria sostenibile, in una logica olistica di metabolismo urbano; spazi di socialità; infrastruttura educativa.

Le organizzazioni decidono di intraprendere un percorso di misurazione dell’impatto per poter rendicontare il proprio impegno. In che modo è stato utile anche per migliorare i progetti e la gestione della tua organizzazione? 

Il metodo della Fondazione può a buon diritto essere definito di ricerca-azione. Studi teorici di tipo modellistico, anche attraverso formulazioni di econofisica e simulazioni al computer di sistemi socio-economici, precedono la definizione delle strategie. Ricerche valutative di tipo ipotetico deduttivo, finalizzate a testare le teorie di programma accompagnano sistematicamente l’agire strategico della Fondazione.

Analisi di misurazione d’impatto nelle strategie organizzative della Fondazione vanno, dunque, ben oltre mere logiche rendicontative; esse costituiscono la metodologia di apprendimento collettivo e di organizzazione dei saperi.

Premio Impatto: intervista a Marina Fiorino​

Premio Impatto: intervista a Marina Fiorino​

In occasione della 10° edizione il Salone ha lanciato il Premio Impatto per portare l’attenzione sull’importanza di misurare e valutare l’impatto generato da progetti che intendono contribuire al percorso verso lo sviluppo sostenibile.  Abbiamo intervistato Marina Fiorino, Project Manager di Jointly il welfare condiviso, una delle 6 organizzazioni vincitrici.

Il tuo progetto ha vinto la prima edizione del Premio Impatto. Ce ne puoi parlare?

Professione Genitori è un programma di People Caring rivolto alle aziende che vogliono supportare i propri collaboratori genitori nella crescita di un/a figlio/a, in ottica di una migliore work-life integration. I genitori hanno accesso a 4 diversi moduli per affrontare con successo le principali sfide della genitorialità, nelle fasi critiche della crescita del figlio: 1. SOS Genitori: rivolto a genitori con figli da 0 a 18 anni, per supportarli nello sviluppo di competenze utili nel ruolo di adulto e di genitore; 2. Genitori digitali: rivolto a genitori con figli di 5-15 anni, per educarsi al corretto uso del digitale; 3.Push to Open Junior: rivolto a genitori con figli di 12-13 anni, per supportarli e orientare i ragazzi nella scelta della scuola superiore; 4. Push to Open Diplomandi: rivolto a genitori con figli di 17-18 anni e ai loro figli, per aiutarli a scegliere consapevolmente cosa fare al termine del ciclo scolastico. I percorsi vengono avviati in momenti diversi dell’anno per fornire numerose occasioni di dialogo ai genitori, per affiancarli nei momenti specifici rispetto alle scelte di vita dei ragazzi e per aprire il confronto tra genitori di diverse aziende e comunità. Il programma, infatti, è erogato in modalità interaziendale e permette lo scambio delle esperienze, oltre che la “contaminazione” e la promozione di una consapevolezza condivisa. Per raggiungere tutti su tutto il territorio nazionale, l’erogazione dei corsi avviene da remoto, in orario non lavorativo, attraverso una piattaforma di community based learning, che permette di accedere ai seminari, realizzati sempre in live streaming, e visualizzare i contenuti registrati anche in differita, interagire online con gli esperti e confrontarsi con gli altri genitori e studenti nella community, accedere a contenuti on demand e approfondimenti suggeriti dai docenti senza vincoli di orario e secondo la propria disponibilità di tempo.

Le organizzazioni decidono di intraprendere un percorso di misurazione dell’impatto per poter rendicontare il proprio impegno. In che modo è stato utile anche per migliorare i progetti e la gestione della tua organizzazione? 

L’analisi di impatto ci insegna che il cuore di questo esercizio di misurazione è basato su alcune semplici domande: “perché misurare” e “a chi interessano queste informazioni e che uso può farne”?.
Il purpose di ogni progetto va cercato in queste risposte e determina, di conseguenza, l’uso di misurazioni e di metodologie evolute per decidere e monitorare una scelta che ha sempre delle conseguenze. La metodologica di valutazione d’impatto, avviata con Professione Genitori e ora estesa ad altre soluzioni Jointly, ci ha permesso di individuare più chiaramente il modo per migliorare il dialogo con tutti gli stakeholder, fornendo informazioni utili sugli effetti e le esternalità positive delle iniziative di Welfare. Questo approccio trasparente ci ha permesso, inoltre, di chiarire gli ambiti di impatto che Jointly riconosce come driver strategici e di ragionare sulla conseguente (ed eventuale) evoluzione dei progetti in ottica di continuous improvement, massimizzando l’efficacia nella distribuzione delle risorse e attivandone di nuove, in risposta ai diversi e nuovi bisogni delle persone. Da quest’anno, infine, siamo diventati società Benefit e puntiamo, quindi, a consolidare la rendicontazione d’impatto del nostro operato; questo impatto andrà misurato secondo la normativa e comunicato in modo trasparente in linea con quanto fino ad oggi realizzato per il progetto “Professione Genitori”, ma esteso a tutto il perimetro di attività di Jointly.

Le voci dei protagonisti: intervista a Eurotech

Le voci dei protagonisti: intervista a Eurotech

Intervista a Federica Maion, Corporate Communication Manager Eurotech

Eurotech sviluppa e fornisce soluzioni hardware e software per Internet of Things e Edge AI. In che modo i vostri servizi possono aiutare le aziende nel percorso di sviluppo sostenibile?

In Eurotech, contribuiamo ad accrescere il potenziale dell’edge, ossia la periferia della rete, dove i dati vengono generati e raccolti: dando maggiore efficienza nei diversi settori di applicazione, utilizzando l’IoT per creare servizi più facilmente accessibili, ridurre gli spechi e costruire processi sempre più efficienti ed integrando l’Edge AI (intelligenza artificiale implementata sul campo, ad esempio a bordo macchina) nei dispositivi industriali favorendo la trasformazione da automatico ad autonomo.
I nostri prodotti e soluzioni vengono applicati in settori ad alta complessità con l’obiettivo di garantire supporto a lungo termine, ridurre i consumi energetici e rendere il processo non solo digitale, ma anche sostenibile.

Quali sono invece gli obiettivi di sostenibilità perseguiti dalla vostra organizzazione?

Nel corso dell’ultimo anno, i nostri progetti e iniziative hanno avuto un impatto su 5 dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ideata dalle Nazioni Unite: salute e benessere, istruzione di qualità, parità di genere, lotta contro il cambiamento climatico e partnership per gli obiettivi.
Sul lato delle emissioni, abbiamo in progetto di ridurre l’impatto ambientale – cosa che gradualmente sta avvenendo già negli ultimi anni, in particolare nelle sedi dove sono presenti stabilimenti produttivi (Giappone) – utilizzando sempre di più fonti di energia alternativa e rinnovabili.

Eurotech insieme a WaterView ha introdotto una soluzione che permette di trasformare le telecamere presenti sul territorio per rilevare i primi segnali di emergenza meteorologica. Ci racconti del progetto.

La partnership con WaterView – siglata a dicembre 2021 – ci riporta all’ultimo obiettivo dell’Agenda. La startup torinese è specializzata in soluzioni di computer vision basate su AI (intelligenza artificiale) in ambito meteorologico, idrologico e della modellistica ambientale.
Tali soluzioni di AI possono essere facilmente integrate e implementate su infrastrutture già esistenti di telecamere per trasformarle in sensori intelligenti per rilevare i primi segnali e valutare i danni di forti piogge, neve, inondazioni e incendi. Alcuni esempi includono quelle installate su edifici, semafori, tralicci, torri di telecomunicazioni, strade e autostrade, binari o a bordo di veicoli e treni.
Dall’aggiornamento del software dei dispositivi fino alla completa configurazione e gestione da remoto, il nostro hardware e software integrato ha consentito l’implementazione dell’applicazione in modo semplice, riducendo gli effort di integrazione e consentendo inoltre la gestione remota e in sicurezza dell’intera infrastruttura già esistente.

Premio Impatto: intervista a Giovanni Bruno

Premio Impatto: intervista a Giovanni Bruno

In occasione della 10° edizione il Salone ha lanciato il Premio Impatto per portare l’attenzione sull’importanza di misurare e valutare l’impatto generato da progetti che intendono contribuire al percorso verso lo sviluppo sostenibile.  Abbiamo intervistato Giovanni Bruno, Presidente di Fondazione Banco Alimentare ONLUS, una delle 6 organizzazioni vincitrici.

Il tuo progetto ha vinto la prima edizione del Premio Impatto. Ce ne puoi parlare?

Non pensavamo di poter ricevere un riconoscimento così significativo alla prima edizione del nostro lavoro. E’ un riconoscimento dello sforzo fatto, con il sostegno e la guida di Altis, di misurare l’effetto, l’efficacia dell’operatività quotidiana di tante realtà diverse che collaborano da una sponda all’altra di quel ponte ideale che è Banco Alimentare: aziende alimentari, grande distribuzione, donatori in genere da un lato e rete delle 7.600 strutture caritative convenzionate con le 21 realtà di Banco Alimentare su tutto il territorio nazionale. Il premio per noi rappresenta dunque uno sprone a continuare in questo lavoro cercando di affinarlo per considerare sempre più e meglio le tante diverse implicazioni.

Le organizzazioni decidono di intraprendere un percorso di misurazione dell’impatto per poter rendicontare il proprio impegno. In che modo è stato utile anche per migliorare i progetti e la gestione della tua organizzazione? 

Come detto, operiamo nel recupero, stoccaggio e distribuzione di alimenti (oltre 120mila tonnellate lo scorso anno) a 7600 strutture caritative a vantaggio di oltre 1.700.000 persone in povertà alimentare. Per noi è di fondamentale importanza valutare l’impatto sociale, non solo in termini di accountability per gli stakeholder che ci sostengono, ma anche e soprattutto per più e meglio renderci conto dei tanti aspetti della nostra attività che possono diventare una leva di ulteriore miglioramento e di maggior efficacia.
Con i consulenti di ALTIS abbiamo misurato l’impatto di Banco Alimentare sui nostri
stakeholders chiave: personale dipendente e volontario, le aziende agro-alimentari, la
grande distribuzione e le strutture caritative che ricevono gratuitamente da noi e
altrettanto gratuitamente sostengono tante persone in difficoltà. Complessa dunque ma estremamente utile la valutazione, sia nel suo insieme sia con riferimento alle diverse implicazioni degli altri soggetti che con noi interagiscono direttamente e indirettamente.
Importante per cercare di individuare e privilegiare poi progetti sempre più adeguati ed efficaci. Rivolgendoci a stakeholders così diversi tra loro, siamo chiamati ad avere
un’operatività e una sensibilità adeguata a ciascuno. Misurare quello che facciamo,
dunque, ci aiuta in un servizio migliore e spinge ad una professionalità crescente.
Alla valutazione sociale dell’impatto sociale abbiamo accostato la valutazione d’impatto ambientale, avendo la nostra operatività una forte componente logistica basata su automezzi, celle frigo, elettricità, carburante ecc. Nel calcolo del nostro impatto ambientale 2021 emerge che il cibo salvato dallo spreco ci ha permesso di evitare l’emissione di oltre 97.000 tonnellate di Co2 equivalente e ci ha confermato nella scelta di progressiva sostituzione dei mezzi obsoleti con mezzi a basso impatto ambientale.

 

Premio Impatto: intervista a Sara Santori

Premio Impatto: intervista a Sara Santori

In occasione della 10° edizione il Salone ha lanciato il Premio Impatto per portare l’attenzione sull’importanza di misurare e valutare l’impatto generato da progetti che intendono contribuire al percorso verso lo sviluppo sostenibile.  Abbiamo intervistato Sara Santori,  CEO e CSR Manager di Conceria Nuvolari, una delle 6 organizzazioni vincitrici.

Il tuo progetto ha vinto la prima edizione del Premio Impatto. Ce ne puoi parlare?

Sono molto onorata per questo importante riconoscimento che premia gli sforzi che da anni stiamo facendo per rendere la pelle sempre più sostenibile. Infatti nel 2015 decidemmo di riposizionare Conceria Nuvolari, fondata 6 anni prima, sul mercato e rilanciarla: essendo una piccola pmi la necessità era di trovare un volano importante, solido, e la decisione fu quella di investire seriamente sul tema della sostenibilità. Tutto ciò quando la sostenibilità non era ancora diventata un tema mainstream. Iniziò così una ricerca sui processi e sui prodotti che nel corso degli anni ha portato l’azienda a mettere a punto una ricetta di concia metal free, in modo da ottenere nel 2018 una pelle biodegradabile e compostabile e contestualmente durabile, in linea con le caratteristiche della pelle conciata tradizionalmente.

Le organizzazioni decidono di intraprendere un percorso di misurazione dell’impatto per poter rendicontare il proprio impegno. In che modo è stato utile anche per migliorare i progetti e la gestione della tua organizzazione? 

La misurazione degli impatti in Conceria Nuvolari ha avuto inizio nel 2019 quando abbiamo deciso di commissionare al Politecnico di Milano uno studio LCA PEF compliant per i nostri articoli Nature-L® metal free e biodegradabili. L’obiettivo era proprio quello di quantificare gli impatti generati dalla lavorazione della pelle, da quando entra come materia prima grezza a quando esce come prodotto finito, con la finalità di compensare successivamente le emissioni prodotte. Da allora Conceria Nuvolari porta avanti in maniera sistematica azioni volte a neutralizzare l’impronta di carbonio dei propri prodotti, e ci siamo indirizzati verso processi produttivi sempre più sostenibili e circolari. Per esempio, in questa direzione si stanno concentrando i nostri sforzi per il futuro, con un’attenzione particolare alla diminuzione degli impatti anche attraverso il recupero degli scarti di produzione.

 

Le voci dei protagonisti: intervista a Fondazione Rava

Le voci dei protagonisti: intervista a Fondazione Rava

Intervista a Emanuela Ambreck, Responsabile progetti sanitari e campagna In Farmacia per I bambini Fondazione Rava

La Fondazione Francesca Rava quest’anno celebra un importante traguardo: dieci anni di “In farmacia con i bambini”, l’iniziativa nazionale dedicata alla sensibilizzazione dei diritti dei bambini e alla raccolta di farmaci e prodotti pediatrici per i minori in povertà sanitaria. Quali sono i risultati raggiunti?

In Farmacia per i bambini: iniziativa nazionale realizzata dalla Fondazione Francesca Rava NPH Italia Onlus insieme al Network KPMG, si svolgerà dal 18 al 25 novembre (in concomitanza con la Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia), in oltre 2.500 farmacie aderenti in tutta Italia. L’obiettivo dell’iniziativa è la sensibilizzazione dei diritti dei bambini e la raccolta di farmaci e prodotti baby-care per i minori in povertà sanitaria. Partner istituzionali Federfarma e Cosmofarma, con il Patrocinio del Ministero della Salute, FOFI, Farmindustria, Assosalute e Egualia, della Regione Lombardia, dei Comuni di Milano e Verona. Grazie a In Farmacia per i bambini, in 10 anni sono stati raccolti oltre 1 milione e mezzo di prodotti donati a 4.000 enti beneficiari in Italia e all’ospedale pediatrico Saint Damien in Haiti. Sono stati aiutati più di 212.000 minori in povertà sanitaria, grazie alla preziosa collaborazione di 12.000 farmacie aderenti in tutta Italia e al supporto di 22.000 volontari.

 “One planet, one health” è il tema di questa edizione dell’iniziativa. Qual è il messaggio che volete trasmettere?

Quest’anno il tema cardine è “One Planet, One Health” perché puntiamo alla sostenibilità sociale e ambientale, favorendo l’attivazione di tutti gli anelli che gravitano attorno ai bambini a partire dalla farmacia, anello centrale in quanto servizio di prossimità per eccellenza e promotrice di iniziative a sostegno della prevenzione e del benessere.

Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità richiede la cooperazione di tutti. In che modo i volontari e le aziende possono essere coinvolte nei vostri progetti?

I progetti della Fondazione contribuiscono al raggiungimento dei Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (UNSDG), lavorando anche al fianco delle aziende e della società civile. In Farmacia per i bambini è una grande squadra con al centro la figura dei farmacisti, al loro fianco ci sono i volontari che accolgono i clienti invitandoli a partecipare alla raccolta e le aziende amiche, che partecipano all’iniziativa anche con un’azione di volontariato aziendale. Il volontariato aziendale è, infatti, una grandissima forza motrice da sempre al fianco dei progetti della Fondazione Francesca Rava in aiuto ai minori in condizioni di disagio in Italia, in Haiti e nel mondo, tra cui: SOS Spesa – La spesa per chi ha bisogno, i campus di volontariato nell’ambito del progetto Palla al Centro che prevede percorsi di rinascita per i giovani detenuti presso l’IPM Cesare Beccaria di Milano; Borse del Cuore grazie al quale la Fondazione sostiene  concretamente molti giovani, aiutandoli nel reinserimento sociale, con percorsi di studio e formazione professionale e, naturalmente, In Farmacia per i bambini di cui i volontari aziendali rappresentato il 10% di tutti i volontari dell’iniziativa.
Sostenendo i progetti della Fondazione Francesca Rava, tutte le Aziende possono diventare ambasciatrici dei diritti dei bambini!

Le voci dei protagonisti: intervista a Isolkappa

Le voci dei protagonisti: intervista a Isolkappa

Intervista a Giuseppe Rinaldi, CEO Isolkappa

Isolkappa è considerata un modello di eco-efficienza ed economia circolare. Qual è il vostro core business e in che modo rispetta i principi dello sviluppo sostenibile?

Isolkappa è la società-simbolo in Italia della lavorazione dell’isolante eco efficiente per eccellenza, l’EPS – polistirene espanso sinterizzato.
Composto dal 98% d’aria, 100% riciclabile, atossico e con caratteristiche ottimali, l’EPS dura nel tempo ed è in grado di garantire comfort abitativo, risparmio energetico, riduzione delle emissioni di Co2; riferimento ottimale sia per la costruzione di nuovi edifici energeticamente sostenibili, sia per la riqualificazione delle strutture già esistenti.
Contribuire al miglioramento della qualità della vita attraverso un modello di business sostenibile, capace di coniugare innovazione, produttività, competitività, rispetto dell’ambiente è la missione di un’azienda che fa del capitale umano il proprio punto di forza.
Certificazione del RINA per il pieno rispetto di tutti i requisiti di industria 4.0, autorizzazione al recupero dei rifiuti post-uso dell’EPS e il riconoscimento di piattaforma PEPS da parte di COREPLA, sono segni distintivi di una fabbrica intelligente che partecipa da protagonista alla più grande rivoluzione green in cui sviluppo sostenibile e responsabilità sociale rappresentano le scelte strategiche. Qualche dato:
– Isolkappa si affida a energie prodotte da fonti rinnovabili; infatti, gli impianti producono “energia green”. In questo modo, si evitano circa 220 ton di Co2/annui, che equivalgono a circa 7200 alberi piantati ogni anno.
– Gli isolanti Isolkappa rispettano, inoltre, i Criteri Ambientali Minimi (CAM), obbligatori per l’ottenimento del Superbonus del 110%.

La vostra azienda ha ottenuto il riconoscimento di piattaforma PEPS. In cosa consiste la collaborazione con il COREPLA?

Le soluzioni isolanti Isolkappa – utilizzate per la riqualificazione energetica degli edifici – nascono da un ciclo che rispetta i principi alla base della Circular Economy. Il 100% degli scarti industriali interni, attraverso un sistema di riciclo automatico, viene reimmesso integralmente nel processo produttivo.
Ciò significa che Isolkappa raccoglie, ricicla e trasforma i rifiuti in EPS, garantendogli una nuova vita. La società, dopo essersi sottoposta ad una procedura di accreditamento tesa ad accertare il possesso dei requisiti, ha ottenuto anche il riconoscimento di piattaforma PEPS, stipulando una convenzione con il COREPLA – Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo ed il Recupero degli Imballaggi in Plastica – e facendo salire a tre il numero degli impianti di recupero del Gruppo Rinaldi.
Le PEPS – reti di impianti diffuse sul territorio nazionale specializzate nel riciclo di imballaggi in polistirene espanso – ricevono e/o ritirano gratuitamente e nel rispetto di un vademecum, i rifiuti di imballaggi in EPS, che diventano di diritto testimoni privilegiati di una economia circolare da toccare con mano.