Le voci dei protagonisti: intervista a Icam

Intervista a Sara Agostoni, Chief Sustainability Officer Icam 

Leader di mercato del cioccolato biologico, ICAM ha celebrato i 75 anni di attività con una nuova Corporate Identity. Qual è il messaggio che volete mandare ai vostri stakeholder?

La sostenibilità rappresenta per ICAM un fattore identitario e il nostro attuale posizionamento quale leader internazionale del mercato biologico posa proprio sul nostro essere “nativi sostenibili”.
In questa direzione, nel 2021 abbiamo scelto di strutturare la comunicazione dei nostri valori intorno a quattro temi, che corrispondono ai pilastri alla base del nostro impegno nel produrre cioccolato sostenibile: filiera, persone, ambiente e innovazione.
ICAM è una delle poche aziende al mondo a poter vantare il controllo totale sulla filiera e a disporre di uno stabilimento di produzione all’avanguardia in grado di anticipare e soddisfare le richieste di consumatori sempre più esigenti.  Il nostro impegno per la sostenibilità si esplicita lungo tutta la filiera: dalla piantagione fino all’incarto. Abbiamo perciò sviluppato con i nostri partner un innovativo incarto compostabile – cioè smaltibile con la frazione umida della raccolta differenziata – fatto con carta e un biopolimero brevettato ottenuto dal mais e da materie prime di origine rinnovabile.
La sostenibilità per l’azienda rappresenta, infatti, un percorso a tutto tondo, che coinvolge tutti i nostri stakeholder: dal coltivatore che sceglie di coltivare con metodi biologici al consumatore che gestisce il fine vita dell’incarto.

La produzione del cioccolato è strettamente legata alla coltivazione del cacao nei Paesi di origine. Come gestite le relazioni con i vostri fornitori e le comunità locali?

In ICAM condividiamo insieme ai nostri partner un codice etico e ci impegniamo a supportarli a livello finanziario e tecnico, con l’obiettivo di migliorare i metodi di lavorazione e la gestione del raccolto, la produttività, la diversificazione e la qualità del cacao. Il tutto a beneficio del reddito dei coltivatori e delle condizioni socioeconomiche delle loro famiglie, sempre nel rispetto dell’ambiente.
Un impegno che ha portato alla nascita di solidi e proficui rapporti di collaborazione con i coltivatori nei Paesi d’origine, in particolare in Repubblica Dominicana, Perù e Uganda. In Uganda, nello specifico, nel 2010 abbiamo fondato la società ICAM Uganda LTD: un progetto che è divenuto un volano per la crescita del territorio, lo sviluppo di competenze e la promozione dei diritti umani.
In Sud America, i contratti annuali di vendita ad ICAM consentono alle cooperative di ottenere più facilmente l’accesso al credito e, quindi, di investire ulteriormente nella propria attività, con evidenti benefici per tutta la comunità locale.

Qual è invece il vostro approccio nel rapporto con i dipendenti interni?

Ci impegniamo a creare un clima di lavoro positivo fondato su fiducia, sostegno reciproco e ascolto delle esigenze.
In particolare, nel 2021 abbiamo scelto di erogare ai nostri dipendenti – ai quali si sono aggiunti 44 nuovi assunti – 40 ore di formazione pro capite, per accrescere le competenze di tipo tecnico, contributi economici per le spese per l’istruzione dei figli o per la propria attività di volontariato, e una piattaforma di welfare. Per la conciliazione tra vita privata e lavorativa, l’azienda ha attivato contratti part time, smart working e orari di lavoro flessibili e una turnazione a ciclo continuo sistematico per il personale di produzione.
Altra importante novità è l’introduzione del nuovo elemento di professionalità: un programma destinato a tutti i dipendenti che premia il miglioramento delle competenze professionali con una integrazione in busta paga.
Nella nostra sede in Uganda, che impiega 149 persone locali, ci premuriamo che non vi siano casi di discriminazione tribale o di religione. A supporto delle difficoltà economiche della vita quotidiana, Icam offre un pasto completo e una somma aggiuntiva a coprire esigenze di assistenza e previdenza (es spese mediche e di istruzione primaria) i cui costi non sono coperti dal welfare statale; questo contributo
può arrivare fino al doppio dello stipendio per i ruoli operativi.